BUDDHA NELLA TERRA DI YAMATO

Foto di Kozo Ogawa


Palazzo Ducale • Loggia degli Abati • Genova
29 Novembre 2008 – 18 Gennaio 2009


apertura al pubblico

da Martedì a Domenica dalle ore 10 alle ore 19
(chiusura festivi: 25, 26 Dicembre • 1, 6 Gennaio)


inaugurazione

Sabato 29 Novembre 2008 - ore 17,30


in collaborazione con The Japan Foundation - Istituto Giapponese di Cultura










“Terra di Yamato” è il nome con cui è stata chiamata la zona di Nara fino al XIX secolo. Un’aspra area montuosa ricopre tutta la parte meridionale, mentre quella settentrionale è costituita da un ampio bacino circondato da alture non troppo elevate, chiamato “Pianura di Yamato”. Tale pianura si estende per circa venticinque chilometri ed è una zona particolarmente fertile, sfruttata per la coltivazione del riso. Nella seconda metà del III secolo vi si insediò la corte imperiale Yamato, antenata dell’odierna famiglia imperiale, e da quel momento per circa 500 anni, fino alla seconda metà dell’VIII secolo, le varie capitali del Paese che si susseguirono si concentrarono in questa zona e il nome “Yamato” divenne così sinonimo di “Giappone”.

Il buddhismo, passando per la penisola coreana, fu introdotto in Giappone verso la metà del VI secolo, sotto la corte imperiale Yamato. In principio la nuova dottrina entrò in contrasto con l’antica fede politeista giapponese ma in poco tempo, con la graduale penetrazione del buddhismo nella cultura locale, le due religioni furono in grado di coesistere fondendosi armoniosamente e sviluppando un culto buddhista unico ed originale.

Appena introdotto il buddhismo, la capitale del Giappone si trovava nel tratto sud-orientale della pianura di Yamato, nella zonadenominata Asuka. Qui vennero eretti uno dopo l’altro numerosi templi, ad opera della famiglia reale e di altre famiglie influenti. Successivamente, agli inizi dell’VIII secolo, nella zona di Nara situata a nord della pianura, venne edificata la capitale Heijokyo, sul modello della capitale dell’impero cinese, e un gran numero di magnifici templi più grandi vennero costruiti intorno alla città, maestosamente arricchiti con statue raffiguranti Buddha, che custodivano la devozione dei fedeli. L’imperatore Shomu, in nome di un regno illuminato, fece erigere una tra le costruzioni più imponenti, il tempio Todaiji, con al centro la gigantesca statua Rushanabutsu, alta 15 metri e realizzata in rame placcato d’oro.

Nel IX secolo, quando la capitale venne trasferita a Heiankyo (l’antica Kyoto), gli antichi templi della pianura di Yamato attraversarono diverse fasi di ricostruzione, a causa di periodici cataclismi devastanti. Sebbene fossero ormai in decadenza, l’immagine del loro passato splendore rimase sempre fortemente radicata in questa zona. Le magnifiche statue che hanno simboleggiato il Giappone in special modo tra il VII e l’VIII secolo, tutte concentrate nella regione relativamente piccola denominata Yamato, ancora oggi rappresentano un tesoro unico al mondo. Le immagini di Buddha, figura ideale e modello esemplare nell’epoca in cui furono costruite, possono essere considerate una sorta di macchina del tempo dell’animo umano, capaci di trasportare fino a noi le preghiere e i desideri degli uomini di tanto tempo fa.

Le fotografie esposte in questa mostra, raffiguranti i Buddha della zona di Yamato realizzati tra il VII e il XIII secolo, ci rivelano le radici nascoste e segrete dell’anima del popolo giapponese.

Kozo Ogawa

 



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